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ANTONIO POCE
Visual Artist
Tutta intera la visione ...
(Teresa d'Avila, Castello interiore, 9,10)
Vi è una precisa coerenza estetica tra la fluidità dei medium e la spazialità delle opere. L’osservatore, sottratto per sempre ad un ruolo passivo, sintonizza la sua percezione con l’emotività diffusa nello spazio audiovisivo. La tela, da semplice veicolo di immagini, si fa nodo di una complessità sinestetica che sfugge alla pietosa inerzia delle analisi quantitative. L’opera evolve in prodotto intermediale, mentre l'intervento dell'artista ridefinisce la funzione dei canali percettivi in una
metamorfosi unificante tra suono e forma. La separazione categorica tra percezione visuale e uditiva è dissolta. Le tele non soggiacciono più ai canoni ordinari delle arti visive e sonore. Accolgono invece l’Angelus Novus che disabilita l'ordine tradizionale delle esperienze estetiche e incita l'osservatore a condividere i nuovi canoni esoterici della scena sinestetica.
Opere su tela
119 x 192.5 cm
A cena con gli dèi
330 Variazioni sull'Anima di Beethoven
Confessiones
Opere su tela
119 x 192.5 cm
A cena con gli dèi
Opere su tela
82 x 82 cm
330 Variazioni sull'Anima di Beethoven
Macchine Spirituali
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