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Giovanni Fontana    2015

ECO CHE SI CONSUMA

per Tonino Poce

eccola molteplice / la memoria tutta /
che segna sulla carta in sintesi l’attesa
: chi segna in sintesi l’attesa / ascolta per memoria /
di molteplicità che brilla e brilla in oro

ecco / che la legge è nel gesto della mano /
che elabora tangibili pensieri
: chi elabora tangibili pensieri /
ha il gesto nella mano /
e della mano la legge nel pensiero

eccoli / tracciabili / son registrabili negli spostamenti /
che si fanno regola quei gesti
: chi ne fa regola / registra percorsi per immagine /
ché scivolano dai gesti tracce

ecco / che precipitazioni di voci / e suoni inscritti /
in immagini di passioni s’alterano
: chi inscrive passioni di voci e suoni nelle immagini /
altera le precipitazioni sulla pagina

ecco c’è l’oro in grumi / che s’impone o svia /
a cancellare tracce di confini per giusta vocazione
: chi svia i confini o ne cancella tracce /
impone vocazioni d’oro in giusti grumi

ecco / l’eco che si consuma su intrecci di parole-non-parole
scritte per voto di dissoluzione
: chi scrive e scrive parole-non-parole /
dissolve intrecci d’echi e si consuma

ecco le conoscenze / a disposizione tutte /
che si fanno sguardi di profondità / indagini d’equilibrio
: chi sprofonda in certe conoscenze /
dispone di sguardi e sguardi e sguardi

ecco / c’è l’enciclopedia dei sensi /
per illuminazione o disfunzione di percezioni lineari
: chi percepisce in extralinea /
ha senso enciclopedico delle disfunzioni e s’illumina di sensi

eccolo il molteplice a macchia /
per aree in granuli di silenzio originario
: chi macchia l’area del silenzio /
origina molteplicità per grani
ed ecco a zona / per allucinazione in filtro /
la struttura della molecola del pensiero autonomo
: chi pensa filtri di strutture per zone autonome /
filtra molecole in allucinazioni
ecco / che la patologia dello sguardo sghembo /
dissolve sensi per recuperare senso
: e chi dissolve senso / e recupera sensi nelle patologie /
ha sguardo già decisamente sghembo

[ ]
tu ecco allora
con capacità di guardare l’oltre e di ascoltare oltre
per vibrazioni di superficie / ad aspirare molecole a grappolo complesse
da caricare d’energie da espandere / nel tuo megafono di memorie a chiocciola
per cruccio dell’inerzia / mirando il mondo dietro gli spigoli del tempo
fino a cogliere l’immagine mentale dell’orecchio / specchio contro specchio
da dissoluzioni a soluzioni per soluzioni in dissoluzione
di voci fatali scritte per immagini a consumo d’echi
su carta stesa a mano
canti in silenzio

Giovanni Fontana    2022

 

IL REGISTRO DEL PENDOLO

per Tonino Poce

 

La lingua della notte favorisce scherzi di memoria

quando il canto di scolta addensa sonni trasparenti

ché è l’ora dell’amalgama dei sogni

nelle inquiete resine di latte.

 

Vo a caccia allora e in traccia di parole

e péscole da rio del cupo oblìo

che sembra fare resistenza al tempo.

 

L’alba par umet mar

atra sol senza stento

Poypas abigil miraclar

tenebras a Fleury.

 

E tanto l’ordine delle idee non vale idea dell’ordine

che voltarsi per muraglie d’anticaglie oscure

ad indagare direzioni e senso è tramestio di percezioni.

 

Smarrito nei grovigli sghembi della cesta dei pesci

battute le squame dalle luci alterne

varrà pure vantaggi e giù di ruggine parrà congegno agevole

se maneggevole lo strumento sarà accordato al core

ché pange lingua in un colpo d’anima

nel vetro opalescente della teca

ti spreme l’infinito in ambrati molteplici silenzi

mentre il mondo s’annega senza sdegno

in truffe sorde ed in trastulli ciechi.

 

Con ingegni degni di geometria differenziale

la scommessa è rimettere a nudo gli scheletri del pendolo

che sgomenta e ribalta

le aspettative vulnerate dalla lingua incerta

quando sfonda le porte del passato

invisibili a coloro che vivono certezze

nell’assolutezza del maiuscolo

che sboccia a capolettera.

 

Ed ecco allora che un mormorio

distilla perle d’ombra.

Se sbattono le ali significa che palpebre s’accendono

mentre gli dèi se ne piovono a grappoli

giù come elfi che bruciano elitre contro il ghiaccio del sole

fra gli sdegni fossili d’un demone in esilio.

 

Phebi claro nondum orto iubare,

Fert Aurora lumen terris tenue;

Spiculator pigris clamat: “Surgite!”.

L’ebbrezza sinestetica s’avvolge allora

alle spirali della simultaneità.

È gesto d’interpretazione multipla del mondo

per mutamento istantaneo delle percezioni

nel vortex del ritmo di trasformazione

dove l’equivoco dell’ora è un esercizio lecito.

FONTANA E TONINO_edited.jpg
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