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Qualche anno fa una ragazza, R., amante della musica classica e essa stessa pianista, di fronte al “Landscape with Factory Chimney” di Kandinsky, non poté trattenersi dal dire che quello per lei era l’esatta rappresentazione del tempo della musica. “E’ un moderato con moto”.

Invero quel quadro possedeva dentro, ciò che sembra sia negato alla pittura e che invece la musica ha nella sua totalità. Ogni nota che scompare per dare spazio ad una nuova nota è Chronos stesso, mentre la pittura nella sua istantanea visione del tutto, non potrebbe che fare fotogrammi o istantanee, senza passato e futuro ma solo come fremito dell’istante.

Contemplando le opere di Antonio Poce rivedo il quadro e la scala elicoidale del Guggenheim. R. aveva colto nella profondità l’isonomia, apparentemente impossibile, tra le arti della vista, dell’udito e delle forme che è il campo della ricerca intermediale di Poce degli ultimi anni.

In questa collezione c’è una rizomatica omotipia tra la grafica, la calligrafia e il senso dei testi estratti dalle Confessioni di Sant’Agostino. Omotipia non

sul piano denotativo, né su quello connotativo. Ma su quello più profondo che discovre che gli oggetti del mondo, i pensieri e le emozioni, diventano, dentro la nostra cornice cognitiva, forme, pesi, ritmi, l’uno in relazione con gli altri, l’uno trasmutantesi nell’altro.

Non casualmente è lo stesso piano della musica, dove tutto si dice con forme che raccontano le radici della nostra coscienza, ma dove nulla è denotativo né connotativo, se non nella musica più rudimentale.

In queste opere di Poce, i segni grafici o calligrafici non sono quindi, decorativi del testo, né i colori sono segni che vogliono raccontare l’invisibile inconscio. Non si tratta di assonanze, analogie o simboli, ma di linee semantiche parallele che rappresentano, come intersensoriale contrappunto, gli affluenti rigorosamente carsici di una stessa coscienza nascosta.

                                                                                     Riccardo Colasanti

                                                                   Rielo Institute for Integral Development

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